Centro antifumo


SERVIZIO MOMENTANEAMENTE SOSPESO

Centro antifumo

Rivolgiti al nostro Centro Antifumo, un’equipe operativa specializzata ti aiuterà a smettere di fumare

Il Centro Antifumo di LILT Biella ti aiuta a smettere di fumare attraverso un approccio integrato medico-psicologico.

Obiettivi

  • Disassuefazione dal fumo di tabacco
  • Prevenzione primaria dei danni fumo-correlati (oncologici, pneumologici, cardiovascolari)
  • Diagnosi precoce di problemi pneumologici correlati al fumo di tabacco
  • Promozione di una maggiore conoscenza del problema
  • Educazione alla salute

Equipe operativa

Il Centro Antifumo è gestito da un medico pneumologo e da uno psicologo.
Un servizio di segreteria provvede alla gestione degli appuntamenti.
L’approccio integrato medico-psicologico, in base alla letteratura medica, è il metodo che consente non solo un maggior numero di cessazioni, ma anche un’astinenza duratura. È in base a tali dati che la LILT di Biella ha deciso di unire al sostegno medico, anche quello psicologico.

La psicologa del Centro Antifumo si metterà in contatto per fissare un primo appuntamento durante il quale sarà possibile fare il punto sulla propria dipendenza dal fumo di tabacco, sulle motivazioni che spingono a continuare a fumare e su quelle che, invece, rappresentano dei “buoni motivi” per smettere.

Esami

Durante il primo incontro con il pneumologo viene effettuata una spirometria (un esame del respiro) che consente di verificare se il fumo ha provocato dei danni permanenti all’apparato respiratorio (ad es. bronchiti croniche).
Viene inoltre effettuata un misurazione del monossido di carbonio, un pericoloso gas la cui presenza nell’esalato, è associata al fumo di tabacco e al numero di sigarette fumate.

Trattamento farmacologico e/o psicologico

Al paziente viene offerta la possibilità di disassuefazione secondo modalità diversificate che tengono in considerazione sia il grado di dipendenza, sia il tipo di fumatore.
Dopo le valutazioni mediche e psicologiche, al paziente vengono suggerite modalità d’intervento adatte alla sua individualità e specificità.

Controlli

Si svolgono periodicamente, sia con il medico, sia con la psicologa che svolge colloqui individuali.

Medici e professionisti responsabili del Centro Antifumo di LILT Biella:

Dott. ssa Antonella Fornaro
Dott. Riccardo Zaffalon
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Intervista dottoressa Antonella Fornaro

Dott.ssa Antonella Fornaro
Psicologa, psico-oncologa e psicoterapeuta

Dott. Riccardo Zaffalon
Pneumologo

1. Il Centro Antifumo di LILT Biella è un Centro Antifumo di Secondo Livello. Cosa significa?

A differenza degli Ambulatori Antifumo o dei Corsi di gruppo per smettere di fumare, nei quali si ha la presenza di un solo tipo di operatore, un Centro di secondo livello interviene per aiutare i fumatori che vogliono liberarsi dalla dipendenza della sigaretta tramite più figure professionali: un medico e una psicologa che operano congiuntamente e complementariamente.

Nel Centro Antifumo di LILT Biella operano un medico di medicina interna, specializzato in pneumologia e allergologia; la psicologa è anche psicoterapeuta e, oltre ad aver seguito per anni corsi specifici in merito alla cessazione da fumo, ha operato in sinergia con enti pubblici in percorsi formativi per figure professionali sanitarie e si occupa di prevenzione del tabagismo tramite programmi di educazione alla salute nelle scuole della provincia di Biella.

2. Perché medico e psicologo insieme?

Quando parliamo di uso/consumo/abuso di tabacco, in ogni sua forma, abbiamo a che fare con una duplice dipendenza. Esiste una dipendenza fisica che è quella dalla nicotina, una vera e propria sostanza psicoattiva, che agisce a livello neurologico e causa crisi di astinenza. E una dipendenza di tipo psicologico.

Come per tutte le sostanze psicoattive, infatti, la nicotina si inserisce nelle emozioni e nei bisogni o disagi psicologici individuali. Spesso la sigaretta diventa un sostegno emotivo. Una sorta di stampella senza la quale i fumatori stentano a credere di poter gestire la quotidianità.

A questo si aggiunge l’abitudine relativa ai gesti, ai momenti e ai luoghi in cui si fuma. Un fumatore compie il gesto del portare la sigaretta alla bocca e del fumare come atto intenzionale per un numero di volte che supera qualsiasi altro atto intenzionale. 20 sigarette al giorno per 10 boccate a sigaretta per 365 giorni all’anno per 20 anni rendono l’idea di come possa essere difficile trovarsi senza quel gesto o l’oggetto-sigaretta.

3. Qual è il ruolo del medico? E quale quello della psicologa?

Per la dipendenza fisica, dopo un’indagine anamnestica accurata, dopo la misurazione del monossido di carbonio e dopo aver eseguito una spirometria, si procede ad una eventuale terapia farmacologica. I farmaci utilizzati dipendono dalle condizioni cliniche del paziente e dal grado di dipendenza. I farmaci vengono tarati in base alle specificità del singolo paziente.

Lo psicologo interviene in particolare con persone che faticano a smettere di fumare: in questo caso si procede con un colloquio motivazionale, svolge un’azione di potenziamento dell’empowerment, esamina risorse personali e ambientali. Per alcuni casi effettua una psicoterapia (di breve durata), orientata a comprendere ed integrare alcune parti più profonde dell’individuo, che intervengono nell’ostacolare la cessazione.

4. Come si misura la dipendenza da nicotina?

Presso il nostro Centro utilizziamo due semplici metodi: uno è il noto test di Fagerström, l’altro è la misurazione del monossido di carbonio nell’esalato, cioè nell’aria espirata.

5. Quali altri strumenti sono utilizzati al Centro Antifumo di LILT Biella?

Oltre al misuratore di monossido di carbonio, effettuiamo una spirometria. L’esito della spirometria può essere un ulteriore rinforzo motivazionale per la decisione di smettere. Sia nel caso in cui la persona sia ancora senza danni evidenti, sia nel caso in cui si rilevino alterazioni della funzionalità respiratoria, cosa che rappresenta un ulteriore buon motivo per smettere di fumare.

Inoltre, la spirometria ci permette di individuare eventuali patologie respiratorie. In particolare la BPCO, cioè la Bronco Pneumopatia Cronico Ostruttiva. In altre parole la bronchite cronica. Se il medico del nostro Centro rileva una BPCO, mai diagnosticata in precedenza, consiglia al paziente un approfondimento diagnostico tramite visita pneumologica (i pazienti vengono rimandati al proprio medico curante per un invio all’ASL di competenza). Solo dopo una visita pneumologica completa è possibile che venga prescritta una terapia farmacologica utile per migliorare la sintomatologia e per arrestare la progressione della malattia. Naturalmente, smettere di fumare è la prima cosa da fare.

6. Perché l’attenzione alla BPCO?

Attualmente è la quinta causa di morte, ma, secondo le previsioni dell’Organizzazione Mondiale della sanità – OMS, diventerà la terza entro il 2020.

7. Come si fa una diagnosi di BPCO?

Da un punto di vista sintomatologico il paziente presenta tosse, escreato (catarro) e dispnea. Tra i fattori di rischio presenta: fumo di tabacco, agenti occupazionali, inquinamento domestico. La spirometria è l’esame d’eccellenza per fare una diagnosi.

8. Quali sono le più frequenti motivazioni alla cessazione?

Da un lato ci sono persone con problemi di salute. Poi persone che, dopo anni di fumo, temono di poter avere delle ripercussioni fisiche (malattie). Ci sono poi genitori che vogliono smettere per senso di responsabilità nei confronti dei propri figli. Altre persone detestano sentirsi dipendenti da una sigaretta. Altri ancora dicono che si sono “stufati” di fumare. Alcuni si vergognano di fumare perché sono rimasti gli unici del gruppo.

Molto spesso, in ogni caso, la decisione di mettere fine ad una dipendenza è concomitante con altri importanti cambiamenti della vita. Rappresenta, appunto, una svolta, un prendersi in mano e decidere per una direzione diversa (per il fumo come per la vita).

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