Siamo in periodo Coronavirus. Tutti un po’spaventati, tutti un po’ all’erta. Noi di LILT Biella abbiamo pensato di fornirvi consigli che possano essere di aiuto e di orientamento in questo momento.
Abbiamo intervistato la psicologa di LILT Biella, Antonella Fornaro, per avere alcune indicazioni.
Scuole chiuse, bambini e adolescenti a casa, anche molti genitori a casa. Come possiamo essere genitori adeguati dinnanzi a quanto sta succedendo?
Le possibilità sono tante e dipendono, ovviamente, dall’etá dei nostri figli. Diversi sono i bisogni dei piú piccoli rispetto a quelli piú grandi.
Teniamo in considerazione che anche le emozioni sono “contagiose”: lo vediamo nelle situazioni felici, quando le risate di uno a volte diventano la risata di tutta la famiglia, ma lo sono anche la tristezza e la paura. I bambini in particolare sono i piú sensibili e devono essere tutelati.
Come tutelare i bambini dalla paura del coronavirus?
Sicuramente i bambini hanno giá percepito il contesto di allarme: siamo inondati di notizie e se ne parla anche a casa. Il genitore puó aiutare i figli piccoli spiegando in modo semplice e con parole adeguate quello che sta succedendo. Non serve entrare troppo nel particolare. Bisogna restare nel presente che è quello per cui si stanno facendo molte cose: stare a casa aiuta e protegge, ci sono delle indicazioni che servono per star bene e se si seguono queste regole si puó stare tranquilli. Insomma bisogna parlare lasciando spazio alla fiducia e a un senso di sicurezza.
È fondamentale dare spiegazioni perché i bambini tendono a compensare i “non-detto” con la fantasia e si attribuiscono delle responsabilitá errate per quanto sta succedendo: “Non vado a scuola perché sono stato cattivo”, “Ho fatto questo e la maestra si è arrabbiata con me”, “la mamma mi tiene chiuso in casa perché ho fatto qualcosa di sbagliato. Pensiamo a quanta ansia, paura e tristezza c’è in questi pensieri!
L’empatia dei genitori è indispensabile. Le risposte tipo: “Non ci pensare”, “Gioca e lascia stare” lasciano i bambini nel vuoto, soli con la loro paura della quale capiscono che non si deve parlare. Accogliere le preoccupazioni dei bambini (e questo non significa andare di petto ad aprire il discorso, ma aspettare che siano i bambini stessi a lanciare l’amo per poi afferrarlo come occasione per parlare) li fa sentire compresi, protetti, non soli e sollevati.
Cosa devono fare i genitori che sono a casa?
Possono cogliere l’occasione per giocare. Non abbiamo mai tempo per giocare e lo possiamo fare in molti modi:
- possiamo cucinare con loro,
- fare giochi da tavolo,
- saltare la corda a turno in una sfida,
- insegnare palla a muro,
- ma anche giocare un po’ sfidandosi alla play,
- ballare.
In questo periodo possiamo anche fare un po’di giardinaggio. Insomma, dobbiamo godere del nostro tempo con loro. Se ci facciamo caso, molti di questi giochi sono giochi di movimento, in un’ottica di prevenzione, miglioramento della salute e del tono dell’umore.
E con gli adolescenti?
Valgono le stesse regole dell’empatia e della relazione. Con alcuni adolescenti, magari, sará necessario dare accoglienza e contenimento alle ansie. Con altri, invece, il discorso è un po’diverso:
l’adolescenza è un periodo di separazione dal nucleo familiare, di individuazione e di autonomia per entrare in una dimensione di gruppo, di relazioni sociali esterne, di amicizie. Per gli adolescenti è una grande rinuncia l’isolamento dai compagni e dagli amici. Quello che sta succedendo è che, o i ragazzi non seguono le nuove indicazioni di legge e si ritrovano a giocare nei campetti di basket o al parco, o si rifugiano in un mondo virtuale fatto di social network. È importante poterli sostenere in questo, confrontandosi e aprendo il piú possibile un dialogo.
Inoltre, quello che sta succedendo tra genitori che stanno a casa dal lavoro o che lavorano da casa e figli adolescenti, è che i ragazzi tendono a sentire invaso il proprio spazio che, come abbiamo detto, è molto diverso da quello di un bambino (quest’ultimo desidera e necessita vicinanza, l’adolescente, invece, ha bisogno dei suoi spazi). Questo senso di invasione è acuito dal fatto che ci sono le videolezioni e che i genitori tendono a controllare molto di piú se i figli studiano. In questi casi, è importante il buon senso: non bisogna esagerare.