Hospice: i volontari di LILT Biella si raccontano. Intervista ad Angela Cardin, Coordinatrice dei Volontari in Hospice

Dallo scorso 24 febbraio 2020 i volontari dell’Hospice non possono più sostenere i pazienti e i loro famigliari. Il loro compito, in una realtà che si pone sin dal 2001 l’obiettivo di dare la migliore qualità di vita possibile in un momento di grande fragilità, è quello di stare accanto a malati e ai familiari che lo desiderano con l’intento di rendere meno gravoso l’ultimo periodo di vita e per offrire uno spazio di ascolto. Ci siamo confrontati con Angela Cardin, Coordinatrice dei Volontari Hospice per capire meglio il loro operato e come vivono e affrontano questo particolare periodo di inattività.I volontari dell’Hospice di Biella: “Siamo pronti a ripartire. Ecco come”.

Angela, sei la Coordinatrice dei volontari dell’Hospice: che cosa sta succedendo?

Siamo impotenti. Si può sostituire tutto, il cinema, il teatro, i viaggi. Ma il nostro volontariato, se ci pensi, è insostituibile. Se abbiamo scelto di farlo è per dare anche senso alla nostra vita. E questo non si sostituisce con nulla. Da quasi un mese non possiamo stare accanto ai pazienti e ai famigliari dell’Hospice perchè, per la nostra e la loro sicurezza, non ci è consentito entrare in Ospedale. E’ una situazione difficile per tutti, lo comprendiamo bene, ma il nostro senso di impotenza deriva anche dal fatto che sappiamo benissimo che, in questo periodo così difficile, potremmo veramente essere di aiuto. Ai pazienti, ai famigliari, all’équipe che sta proseguendo a lavorare. Ma non possiamo. Ci proviamo, da fuori perchè non vogliamo arrenderci.

E come fate?

Con i cuoricini di Whatsapp. Sembra banale, retorico. Ma sono quei cuoricini che ci passiamo in chat che ci stanno tenendo uniti. Un simbolo, dietro a cui sono celate tutte quelle parole, i silenzi, gli abbracci che non possiamo più fisicamente fare. Ci sentiamo spesso con il team che lavora; i medici, gli infermieri e la psicologa. Mandiamo baci e abbracci a parenti e famigliari attraverso il personale.  E quanta commozione. Non siamo presenti, ma ci siamo lo stesso.

State già pensando a quando tutto sarà finito. ?

Sì, certo. E’ fondamentale pensare al futuro. Siamo un gruppo e, anche se siamo distanti, vogliamo continuare ad esserlo perchè ci rendiamo perfettamente conto che quando torneremo in Hospice la nostra presenza sarà ancora più importante e difficile. Per questo proseguiamo a sentirci, a farci forza e a tenerci la mano. Quando verrà il momento, ci saremo. Tutti insieme, come sempre. Per stare, insieme, vicino alla morte.