Obesità Infantile: quali rischi? Come evitarla? A chi affidarsi?
L’obesità infantile è una delle grandi emergenze sanitarie dei Paesi sviluppati e purtroppo l’Italia resta ancora ai primi posti in Europa per elevati livelli di obesità in bambini e adolescenti. Nel nostro Paese il 25% dei soggetti tra gli 0 e i 18 anni ha un eccesso di peso, con un picco che si registra nella fascia di età 9-11 anni, nella quale il 9,8% dei casi sono di effettiva obesità.
L’obesità infantile è oggi una delle grandi emergenze sanitarie dei paesi sviluppati e purtroppo l’Italia resta ancora ai primi posti in Europa per elevati livelli di obesità in bambini e adolescenti. Secondo i dati raccolti dal Sistema di sorveglianza nazionale Okkio alla Salute promosso dal Ministero della Salute e dal Centro per il Controllo e la prevenzione delle Malattie (CCM), nel nostro Paese il 25% di soggetti tra 0 e 18 anni ha un eccesso di peso, con un picco che si registra nella fascia d’età 9-11 anni, nella quale il 20,9% della popolazione risulta essere sovrappeso e il 9,8% francamente obesa. All’interno del nostro Paese, i dati confermano che il fenomeno è più marcato nelle regioni del Sud e del Centro.
L’obesità infantile ha una genesi multifattoriale, essendo il risultato di diverse cause più o meno evidenti che interagiscono tra loro; in primo luogo una eccessiva/cattiva alimentazione, legata o meno ad una ridotta attività fisica e a fattori di tipo genetico/familiare. Rare sono le forme sindromiche o secondarie ad alterazioni ormonali quali ipotiroidismo o disfunzioni surrenali.
Le abitudini alimentari
Per quanto riguarda le abitudini alimentari, molte possono favorire un aumento di peso, specie se concomitanti: saltare la prima colazione oppure fare una colazione non adeguata, fare una merenda a metà mattina o metà pomeriggio abbondante, non consumare quotidianamente frutta e/o verdura, bere bevande zuccherate e/o gassate, consumare frequentemente snack dolci e salati.
L’attività fisica
Oltre all’alimentazione scorretta e squilibrata, non si deve sottovalutare, come fattore di rischio, la ridotta attività fisica o la sedentarietà, frutto di uno stile di vita sbagliato, ma sempre di più frequente riscontro. L’esercizio fisico è di fondamentale importanza per il bambino che cresce, in quanto, oltre a farlo dimagrire, lo rende più attivo, contribuendo a ridistribuire le proporzioni tra massa magra (tessuto muscolare) e massa grassa (tessuto adiposo). I bambini sono spesso accompagnati in macchina, prendono l’ascensore anche per un solo piano, passano ore ed ore davanti al computer e alla televisione e giocano sempre meno all’aria aperta.
L’eccesso di peso determina quindi nel bambino e nell’adolescente una serie di gravi problemi di tipo medico, sia fisici che psicologici, destinati ad accompagnarlo, aggravandosi, anche nell’età adulta.
Per tutte queste ragioni appare evidente, quindi, l’importanza di un’accurata e capillare prevenzione, sia primaria, da effettuare su tutta la popolazione, sia sui soggetti a rischio. In base all’evidenza che il sovrappeso è già una condizione di rischio per la salute, si impone la necessità di una tempestiva presa in carico del bambino fin dalla condizione di sovrappeso. Un corretto approccio all’obesità, deve essere multidisciplinare e deve investire diverse competenze, anche se la principale figura di riferimento, per attuare in modo efficace tutte le strategie di prevenzione necessarie, è indubbiamente il pediatria, che ha l’opportunità di seguire con continuità, fin dalla nascita, il bambino e la sua famiglia.
BOX: Curiosità dal mondo: obesità nel Paesi Occidentali e Orientali a confronto
L’obesità infantile non è un problema prevalentemente americano, come spesso si è portati a credere, o più in generale occidentale. Negli ultimi anni si sta assistendo ad un aumento dell’incidenza di sovrappeso ed obesità infantile anche nei paesi orientali e nei paesi in via di sviluppo.
Nei paesi europei e negli Stati Uniti si sono da tempo messe in atto campagne informative rivolte a controllare il dilagare dell’obesità. In Asia, e in Cina in particolare, l’informazione è invece ancora nelle sue fasi iniziali.
Dott. ssa Francesca Monteferrario
Medico Chirurgo,
Specialista in Scienza
dell’Alimentazione