5×1000: con la tua scelta sostieni le persone che sono giunte a uno stadio avanzato della malattia in Hospice
Il sorriso porta sollievo e leggerezza, anche in Hospice. Lo raccontano Claudio e Franca, due nostri volontari che, nel tempo, hanno aiutato e sostenuto tanti malati e tanti loro famigliari in un momento di grande fragilità come quello del fine vita. E lo fanno con rispetto e tanta umanità, esattamente come quando svolgono il loro servizio di sostegno e supporto volontario. “Per noi il sorriso è fondamentale – dicono entrambi – quando entriamo nelle camere, è la prima cosa che vedono i pazienti e i loro famigliari. E, sempre, siamo ricambiati“.
Sì perchè il sorriso catalizza interazioni umane ricche e profonde, costituendo così un’importante risorsa di umanizzazione delle cure globali offerte e contribuendo come elemento di qualità della cure per pazienti e famigliari.
5×1000: la testimonianza di Franca, volontaria dell’Hospice
Io sono una veterana dell’Hospice e sono orgogliosa di far sorridere – ci dice Franca – E anche ridere. Quanti pazienti che ho conosciuto mi aspettavano di lunedì, il giorno in cui passo il mio tempo con loro, per ascoltarmi raccontare una barzelletta. Forse, visto dall’esterno, sembrerebbe dissacratorio e, invece, aiuta. A staccare, a prendere un momento di respiro e di sollievo da quel pensiero che, purtroppo, è sempre lì presente: il pensiero della fine della propria vita o di quella di una persona che ami e a cui vuoi bene. A volte succede anche che le persone si possano sentire in colpa per aver vissuto, attraverso una battuta scherzosa, una barzelletta, un gesto amicale un momento di serenità. Ma quanta soddisfazione nel sentirle poi raccontare quanto sono state felici, magari dopo mesi, di essere riusciti a fare una risata. Attraverso il sorriso si accede a discorsi più profondi e le persone parlano delle loro paure e delle loro preoccupazioni. A volte succede anche che le persone si possano sentire in colpa per aver vissuto, attraverso una battuta scherzosa, una barzelletta, un gesto amicale un momento di serenità, in Hospice si può anche ridere perché tutti sappiamo il significato di ciò che accade, e quanta soddisfazione nel sentirle poi raccontare quanto sono state felici, magari dopo mesi, di essere riusciti a fare una risata
5×1000: la testimonianza di Claudio, volontario dell’Hospice
Il nostro approccio è sempre cauto e sensibile – prosegue Claudio – E’ sempre necessario tenere conto di quei pochi casi in cui l’intervento non è gradito o dei casi in cui non è opportuno per le condizioni fisiche del paziente. Il sorriso ci aiuta a creare empatia con il paziente e i suoi famigliari, ma anche con tutta l’équipe di medici, infermieri e operatori socio sanitari. E’ la nostra filosofiia: esserci sempre, ed esserci con il sorriso. Ogni tanto penso a cosa succederà al nostro rientro in Hospice dopo l’emergenza Covid19 che ci ha bloccati. Avremo le mascherine, e i malati non potranno subito vedere il nostro sorriso. Non nego che questo mi preoccupa, ma poi il pensiero passa in fretta: perché penso che sia possibile sorridere anche con gli occhi.