Helicobacter Pylori: scopri e combatti il nemico dello stomaco

Helicobacter pylori, si chiama così questo fastidioso batterio che s’insinua nello stomaco e procura danno, lentamente, senza che noi ce ne possiamo accorgere.

Il termine helicobacter significa “batterio a forma di spirale“, mentre pylori indica il sito dove si sviluppa più facilmente l’infezione causata dal batterio, ovvero il piloro (tratto terminale dello stomaco che lo congiunge all’intestino tenue).

Questo ospite indesiderato colpisce ben 2 persone su 3 nel mondo. Un dato certamente elevato, ma bisogna considerare che la sua esistenza fu scoperta, per caso, solo nel 1983 da Robin Warren e Barry Marshall. Prima di allora si riteneva che l’ambiente acido dello stomaco fosse praticamente inattaccabile dai batteri. Purtroppo, non è per nulla difficile contrarre questo batterio. Mentre è semplice “ospitarlo” per anni fino a quando i sintomi non ne comunicano la presenza.

Helicobacter e patologie

Un ospite certamente indesiderato, capace di produrre una sostanza in grado di ridurre l’acidità presente nello stomaco e creare un’infezione capace di instaurare un quadro infiammatorio locale. Infiammazione che può progredire verso patologie importanti quali gastrite cronica, dispepsia non ulcerosa, ulcera peptica e cancro allo stomaco. Il cancro dello stomaco, infatti, viene associato all’helicobacter nel 70-80% dei casi. Eurogast Study Group ha dimostrato che la presenza di Helicobacter determina un aumento di circa 6 volte del rischio di cancro allo stomaco.

L’helicobacter si può contrarre in diverse maniere. Principalmente via orale, attraverso materiali sanitari contaminati, casi di zoonosi, via oro-fecale in seguito all’ingestione di cibo o altro materiale contaminato con materiale fecale, o per contatto da persone infette.

Come riconoscere questo batterio?

  • Con un “breath test”: ovvero il test del respiro, che viene eseguito generalmente al mattino, a digiuno. Si ritiene che il breath test sia il tipo di diagnosi più attendibile. Al paziente viene somministrata una bustina di citrato di sodio e, dopo circa 10 minuti, viene raccolto un primo campione di aria espirata. In seguito, il paziente prende una piccola compressa di Urea-C13 e, dopo mezz’ora di attesa, viene raccolto un nuovo campione di aria espirata in un’altra provetta. Se trascorsi 30 minuti i risultati mostrano un’alta quantità di CO2 nel respiro, è possibile risalire alla presenza dell’helicobacter nello stomaco.
  • Con un semplice prelievo del sangue è possibile ricercare gli anticorpi anti-Helicobacter. Bisogna dire, tuttavia, che questo esame presenta alcuni limiti, primo tra tutti che un test positivo può indicare semplicemente che il paziente ha avuto una infezione da helicobacter negli ultimi 3 anni. Non si può affermare, quindi, con certezza che il batterio sia ancora in atto.
  • Ricerca dell’antigene fecale dell’helicobacter pylori. Grazie a questo metodo è possibile risalire al batterio attraverso la ricerca nelle feci dell’antigene dell’Helicobacter. La presenza dell’antigene ipotizza una possibile infezione in atto, quindi, siamo di fronte a un test più attendibile della ricerca di anticorpi nel sangue. Tuttavia, si riscontrano ancora falsi negativi. Potrebbe succedere, infatti, che l’helicobater sia presente ma non in misura tale da essere rilevato attraverso questo test.

Il metodo migliore per prevenire ed evitare che questo batterio s’insinui nello stomaco rimane l’igiene personale (lavarsi sempre bene le mani, bere acqua sicura) e mangiare cibo adeguatamente cucinato.