Testamento solidale: la ricerca della Fondazione Cariplo e il punto di vista del notariato. Scoprili in questo articolo!
Se ne parla ancora troppo poco, le notizie non sono proprio chiare, eppure sta difatto che quando si tratta di lasciare i propri beni in eredità, il testamento solidale sta diventando una delle opzioni più scelte dagli italiani.
La ricerca della Fondazione Cariplo: cresce l’interesse delle persone
La fondazione Cariplo ha portato avanti uno studio sul tema e ha stimato che entro pochi anni sarà quasi mezzo milione il numero di persone che sceglieranno il testamento solidale devolvendo così il loro patrimonio a degli enti impegnati nel sociale, a studi di ricerca o ad aiuti umanitari. Ad avere la meglio come beneficiari sono infatti sempre di più le associazioni no profit.
Questo perché, per una persona fare un testamento solidale vuol dire far fruttare con criterio i propri beni, nella speranza che essi vengano impiegati per una giusta causa. La legge tra l’altro non impedisce a chi fa testamento di disporre su titoli, azioni, oltre che su beni immobili, denaro, opere d’arte, gioielli, beni mobili, polizze vita e tanto altro ancora.
Stante sempre ai dati raccolti dalla Fondazione Cariplo, durante i prossimi 15 anni oltre un quinto della ricchezza netta del Paese verrà devoluta in favore di enti piuttosto che per altri beneficiari.Non parliamo di somme irrilevanti, ma anzi dal punto di vista economico potranno essere impiegati a fin di bene fra i 100 e i 129 miliardi di euro, cifre queste che rappresentano l’1% della ricchezza complessiva italiana.
Secondo le stime della Fondazione Cariplo, dal 2020 al 2030 il numero delle famiglie italiane i cui patrimoni verranno devoluti in beneficenza crescerà fino a 424 mila. Una gran bella differenza rispetto ai 69 mila che si registrano adesso.
La riscoperta del testamento solidale
Sebbene fosse possibile impiegare questo mezzo di lascito dei propri averi anche in passato, fino ad ora non si era mai dato il giusto peso al testamento solidale.
Certo, capitava anche prima che qualcuno nominasse beneficiario dei propri averi un ente o un’associazione, ma oggi si sta registrando un aumento di questa condizione. Insomma prendono in considerazione l’idea di fare del bene fasce ben più ampie della popolazione. E forse in parte questo allargamento mentale e sociale è dovuto alle numerose campagne di sensibilizzazione poste in essere durante gli ultimi anni dalle associazioni no-profit e dai notai stessi.
Fare un testamento solidale significa, del resto, permettere all’ente beneficiario di di avere una continuità nelle proprie attività, così da poter arrivare a quei risultati positivi che potranno salvare le generazioni del domani.
Testamento solidale: il punto di vista del notariato
Grazie all’entrata in vigore del Regolamento sulla Banca dati nazionale delle DAT, la legge 219/2017 ha portato nell’ordinamento italiano la figura del bío testamento.
Le persone hanno bisogno di essere sensibilizzate, e l’argomento testamento solidale, misto a quello biologico, rappresenta lo spunto di riflessione di cui gli italiani hanno bisogno per raggiungere la svolta di cui avevano bisogno. Gianluca Abbate, Consigliere Nazionale del Notariato ha spiegato come in questo contesto sia delicato e importante il ruolo del notaio quale pubblico ufficiale. È lui infatti a dover rendere valido ai fini giuridici il contenuto delle volontà della persona.
Questo per far sì che chi lascia i suoi averi sia rispettato in vita e anche post mortem. Se da un lato dunque si stanno impegnando le fondazioni ad educare le persone a questo nuovo approccio patrimoniale, dall’altro ci sono i notai, che danno il loro contributo per far capire che nei limiti previsti dalla legge, ognuno può fare dei propri averi ciò che ritiene più opportuno.
Grazie ai vostri lasciti testamentari abbiamo dato vita a due importanti progetti per la vita delle persone che lottano contro il cancro: l’Hospice di Biella e SPAZIO LILT.