Topinambur: tutto quello che devi sapere
Tartufo di canna, carciofo di Gerusalemme, rapa tedesca, girasole del Canada, ma da noi è meglio conosciuto come topinambur. Ricco di sali minerali, questo alimento è un portento per la salute. Leggi l’articolo di Luisa Benedetti Poma, Membro della Consulta Femminile di Lilt Biella, e scopri tutte le proprietà benefiche del Topinambur e come sfruttarlo in cucina.
Topinambur: un nome, una storia
Nome curioso e quasi fiabesco, per questo tubero ancora troppo poco diffuso e consumato, che deriverebbe da una trascrizione francese del nome di una tribù indigena del Brasile che venne in visita, agli inizi del 1600, alla corte di Parigi. Si è pensato quindi che l’origine del tubero fosse localizzabile in America meridionale, in realtà sarebbe arrivato da noi dall’America del nord. In Piemonte, dove l’ortaggio è molto diffuso grazie alla tradizionale Bagnacauda, viene anche chiamato Topinabò o Ciapinabò. Ma il nome scientifico Halianthus tuberosus, ci indica meglio che stiamo parlando di un tubero (con alto fusto,fino a tre metri) con fiori gialli che si rivolgono al sole.
Indicato per i diabetici
Avviciniamoci meglio a questo particolare tipo di patata, tipico dell’inverno e con preziose proprietà nutritive. Grazie infatti all’alto contenuto di inulina (dal 7 al 30%), il topinambur è indicato nella dieta delle persone diabetiche perchè funziona come riserva di carboidrati. Inoltre, è ricco di sali minerali, soprattutto potassio (ben più delle banane) e poi magnesio, fosforo, ferro, calcio, selenio, rame e zinco. Riduce anche il colesterolo, e stabilizza la concentrazione del glucosio nel sangue e nell’acido urico, contiene beta-carotene e diverse vitamine (specie la C), fa bene al cuore riducendo la pressione sanguigna ed ha proprietà digestive grazie a un principio attivo dal gusto amaro (simile al carciofo). Non contiene glutine, e quindi è adatto anche ai celiaci. Per le sue proprietà energetiche è consigliato nell’alimentazione degli anziani, dei convalescenti e dei bambini.
Crudo in insalata o lessato come fosse una patata: portalo a tavola con gusto
Il topinambur non è certo bello da vedere: rispetto alla patata è molto meno omogeneo nella forma, più allungato e bitorzoluto. Il colore può essere biancastro, nella varietà disponibile da fine agosto, oppure rossastro, per quella denominata “bordeaux” che va da ottobre a fine primavera. Si può consumare crudo in insalata, tagliato a fettine sottili e poi condito con olio, sale e limone, senza togliere la buccia, ma solamente lavandolo e spazzolandolo. Se invece lo utilizziamo cotto è necessario pelarlo e poi cucinarlo come se fosse una patata: a tocchetti in padella magari con i funghi, a fettine al forno o fritto come delle chips, a purè, abbinato al sedano rapa. Ma anche frullato per ottenere morbide zuppe, in aggiunta a creme di zucca o di cardi, nel risotto, magari condito con gorgonzola, oppure come vellutato condimento a dei ravioli. Si può anche cuocere a vapore, frullare e, aggiungendovi robiola, parmigiano e uova, ottenere dei flan da cuocere in forno a bagnomaria. E dulcis in fundo, il topinambur non manca mai nell’assortimento delle verdure della classica Bagnacauda piemontese, perlopiù crudo a fettine sottili. Grandi chef ci spolverano sopra anche un po’ di tartufo bianco d’Alba, ottenendo così un piatto prelibato e dai profumi intensi. Si tramanda poi che alla Corte dei Savoia il topinambur sostituiva l’aglio nella versione più leggera, dedicata alle nobildonne che volevano preservare il proprio alito.
Prezioso per l’organismo, ricco di elementi benefici
Infine, con le foglie e gli steli del topinambur si può fare un decotto e quindi un bagno rilassante che cura i dolori articolari e rende bella la pelle. Ma soprattutto, il prezioso tubero preserva la salute dei capelli, grazie al suo alto contenuto di ferro, rame e vitamina C . Insomma, tanto brutto, ma così prezioso per il nostro benessere.