Tumori femminili: dall’autopalpazione a tecniche innovative di diagnosi precoce

Sebbene alcune forme tumorali siano specifiche per il genere di appartenenza (maschile o femminile) la prevalenza è pressoché la stessa in entrambi i sessi.

Questa visione del cancro come “equilibrato” per quel che riguarda il genere è piuttosto recente: infatti sino alla metà del 20mo secolo si riteneva che la malattia tumorale colpisse prevalentemente le donne.

Questa percezione era determinata dalla maggiore visibilità dei tumori al seno e all’apparato genitale femminile.

Infatti, prima dell’avvento delle tecniche diagnostiche più moderne, era pressoché impossibile identificare tumori che riguardassero gli organi interni. Spesso chi soffriva di mal di stomaco, problemi intestinali, ittero, mancanza di respiro o di “malattie della vecchiaia”, in realtà nascondeva  forme “occulte”, non visibili, di tumore (stomaco, colon, fegato, polmone); al contrario, era semplice notare i cambiamenti legati ad un tumore mammario o la presenza di sangue o secrezioni vaginali anomale.

Quindi, è stato grazie alle moderne tecniche diagnostiche che si è giunti a definire con maggiore accuratezza l’incidenza e la prevalenza di patologie oncologiche anche nel sesso maschile.

L’autopalpazione del seno: la prima tecnica che insegnò alle donne come diagnosticare un tumore

Il tumore al seno è stata una patologia che da subito è stata presentata come guaribile grazie alla diagnosi precoce.  Gli specialisti hanno spinto le donne a essere particolarmente attente: al minimo dubbio e soprattutto se scoprivano una qualche neoformazione o qualche cambiamento sospetto, venivano invitate a rivolgersi immediatamente al medico. Ma è stato soprattutto dopo la seconda guerra mondiale che il messaggio di “non aspettare” venne rinforzato dall’introduzione della tecnica dell’autoesame del seno (BSE – Breast Self Examination) da fare una volta al mese. Negli anni 50-’60 furono in particolare gli Stati Uniti a promuovere con campagne informative di forte impatto il valore di questo semplice metodo per “salvarsi la vita”. Anche in Europa l’autoesame venne vivamente consigliato, ma fu adottato di meno rispetto agli USA.

L’autopalpazione del seno non basta

Anche se le donne hanno sempre praticato questa semplice indagine, a partire dagli anno ’90 venne evidenziato che questa tecnica non è sufficiente per la prevenzione. Fu in particolare grazie all’introduzione della mammografia che si fece un enorme passo avanti nell’ambito della diagnosi precoce, facendo capire che il solo autoesame, per quanto potesse dare un po’ di sicurezza, non era sufficiente.

La situazione oggi

Per la diagnosi precoce del tumore al seno oggi sono suggerite molteplici azioni, nessuna delle quali esclude le altre: l’autopalpazione, la mammografia e l’ecografia mammaria sono tecniche che ormai tutte le donne conoscono.

L’autopalpazione consente di identificare eventuali cambiamenti nel seno. Ovviamente, le neoformazioni percepibili al tatto sono di dimensioni superiori a quelle visionabili con la mammografia e/o con l’ecografia mammaria. Ecografia e mammografia sono tecniche diagnostiche che si fondano su metodiche molto differenti e che consentono di rilevare, con differenti specificità, lesioni che interessano i tessuti mammari.

Il tumore al seno oggi: la maggiore guaribilità

Il tumore al seno è il più frequente nel sesso femminile. L’incidenza è aumentata di oltre il 15% nell’ultimo quinquennio. In particolare, il tumore alla mammella ha registrato un aumento di circa il 30% tra le giovani donne di età compresa tra i 35 ed i 50 anni, fascia di età (tra i 30 e i 45) non compresa nello screening regionale.

In pratica, il tumore al seno colpisce una donna su otto. Una percentuale molto elevata, che, però, ha visto un grande cambiamento per quanto concerne la guaribilità.

Infatti, la sopravvivenza in Italia si stima essere dell’87% a 5 anni dalla diagnosi e dell’80% a 10 anni dalla diagnosi; questo dimostra una continua e progressiva riduzione della mortalità grazie alla diagnosi precoce e a nuove tecniche sia chirurgiche, sia farmacologiche.

Quali sono le cause del tumore al seno?

I fattori di rischio connessi con la comparsa del tumore mammario sono numerosi:

  • l’età maggiore dei 50 anni
  • fattori legati alla riproduttività come il menarca precoce, la menopausa tardiva, la nulliparità, la prima gravidanza dopo i 30 anni, il mancato allattamento al seno, la Terapia Ormonale Sostitutiva
  • fattori dietetici e metabolici come l’elevato consumo di alcool e di grassi animali, il basso consumo di fibre vegetali, l’obesità e la sindrome metabolica
  • pregresse displasie e neoplasie mammarie nonché la pregressa radioterapia a livello toracico
  • fattori ereditari e genetici (il 5-7% dei tumori mammari sono legati alla mutazione di due geni)

Non solo tumore al seno. L’importanza della prevenzione

Nella classifica dei tumori più frequenti per il sesso femminile, come abbiamo evidenziato, al primo posto si colloca quello della mammella che costituisce attualmente quasi il 30% di tutte le diagnosi tumorali; al secondo posto c’è il tumore del colon-retto, seguito da quelli del polmone, dello stomaco e dal tumore del corpo dell’utero.

Il tumore del colon-retto è al secondo posto con un 13% seguito dal tumore al polmone (6%) e dal tumore allo stomaco e al corpo dell’utero (entrambi al 5%).

La prevenzione e la diagnosi precoce sono fondamentali. Per questo è bene acquisire stili di vita corretti (comportamenti corretti riguardo ad alimentazione, alcol, attività fisica e fumo di tabacco sono importanti nella prevenzione oncologica) e sottoporsi periodicamente a visite di prevenzione.