#UnHospicediEmozioni. Il volontariato in Hospice: Storia di Pi. INDIMENTICABILE PI

❤ Da un letto dell’Hospice di Biella, un paziente racconta. La sua casa nel bosco che tanto ama, i suoi piccoli gesti quotidiani di vita, la sua famiglia e le sue relazioni. E, raccontando, insegna. Ad ascoltarlo, un “giovane” volontario LILT Biella che, dopo cinque anni, cerca ancora Pi lungo la superstradda che da Biella porta ai laghi. E lo saluta, perchè sa che è ancora lì.

Indimenticabile Pi: le emozioni dei volontari LILT Biella all’Hospice di Biella

Caro Pi,
non c’è volta che io passi dalla superstrada, che da Biella mi porta verso i laghi, una parvenza di vacanza, che nel tratto quasi finale, subito dopo Cossato, dove l’arteria è costeggiata da boschi, che io non ti saluti e non pensi a te: ciao Pi.

So che sei lì, ne sono sicuro, che passeggi e ti perdi in quei boschi che circondano quella che è stata la tua casa. Mi hai descritto il posto e nei tuoi racconti dal letto nel quale la malattia ti aveva obbligato, abbiamo passeggiato insieme all’ombra di quelle piante e la dovizia di particolari e la precisione dei tuoi racconti mi hanno permesso di individuare il luogo e ritrovarlo. Ritrovandoti.

Sei stato con noi due mesi, alle fine del 2015, e mi sei piaciuto subito, forse anche perché ti chiamavi come il mio tanto amato nonno che ho perso quando avevo 5 anni. Erano pochi mesi che ero entrato a far parte dei volontari in Hospice e nel mio animo c’era un misto di timore e di incertezza. Ma tu mi hai messo subito a mio agio: siediti lì, mi hai detto, e hai cominciato a raccontarti senza alcun bisogno che io ti invogliassi a parlare.

Per me è stato un grande aiuto, e dire che ero lì per aiutare te. Mi hai parlato della tua casa, appunto, una casa modesta, che avevi acquistato dopo anni di lavoro, in mezzo al bosco e un po’ isolata ma, hai aggiunto che, pur vivendo tu da solo, la tenevi sempre in ordine e pulita e “ricordatelo” mi hai detto, i piatti e le pentole si lavano subito dopo mangiato, è una questione di ordine, anche e soprattutto mentale. Fu il tuo primo insegnamento.

Mi hai parlato di tua figlia, a cui volevi molto bene. Certo, a modo tuo, anche se a volte non ne condividevi le scelte. Non l’ho mai incontrata nei giorni in cui ero di turno ma tu ne tracciavi i tratti con precisione e io la potevo vedere nei tuoi racconti. Veniva poco a trovarti ma tu non ne soffirivi malgrado fossero i tuoi ultimi giorni di vita. Dobbiamo essere certi dell’amore dei figli, mi dicevi, ed aiutarli a sostenerli e permettere loro di fare la loro vita e le loro scelte utili a imboccare le loro strade, sopra ogni nostra aspettativa. Il tuo secondo insegnamento.

Mi parlavi del tuo essere non credente, per alcuni versi ateo e su questo abbiamo discorso a lungo perché la cosa mi toccava da vicino. Avevi una visione univesrale della vita nella quale nessuno è inutile a patto che nessuno sprechi la sua vita e il suo tempo. Io non l’ho sprecata, mi dicevi, pur commettendo errori, ho vissuto a pieno cercando sempre il contatto con gli esseri umani e con le cose ed è per questo che non ho paura di morire.

Morire, mi hai detto, è il compimento della vita perché non è importante quanto tempo vivi, ma solo se hai avuto una vita piena, solo come hai vissuto. E questo fu il tuo ultimo e immenso insegnamento.

Ciao Pi, continua a passeggiare per i tuoi boschi; io so di poterti trovare lì tutte le volte che passerò dalle tue parti.

Indimenticabile Pi.

 

Dal 2001 l’Hospice di Biella, gestito da LILT Biella in convenzione con ASL BI, garantisce sostegno e assistenza ai malati di tumore in fase avanzata, scopri maggiori informazioni qui